Prima di concederci un ennesimo ottimo pranzetto, coccolati da Patrizia, nel nostro ristorantino preferito (Lillo Tatini, a Panicale), abbiamo trovato il tempo per fare quattro passi alla scoperta dei dintorni e, in una frazione di Tavernelle, abbiamo visitato il bellissimo Santuario di Santa Maria di Mongiovino.
La leggenda narra della pastorella Andreana che udì una voce provenire da un'edicola sacra posta all'incrocio tra due stradine di campagna, nei pressi di una fonte. La voce, della Madonna, la pregava di recarsi presso il vicino castello di Mongiovino affinchè chiedesse ai suoi abitanti di ripulire l'edicola sacra, in stato d'abbandono, dai rovi che la circondavano e di tornare a venerarla come un tempo. I castellani, però, non dettero credito alle parole della pastorella. Pochi giorni dopo la pastorella si recò ad attingere acqua alla fonte ed udì di nuovo la voce che le chiedeva di riempire con quell'acqua una brocca e di recarsi al castello portandola, come si usava un tempo nei paesi, sulla testa, solo che la brocca doveva essere trasportata capovolta. La pastorella così fece e dalla brocca, miracolosamente, non cadde a terra neanche una goccia d'acqua. I castellani, allora, persuasi dal miracolo, ripulirono l'edicola sacra ed in onore della Vergine fecero edificare questo splendido santuario immerso negli uliveti umbri.
Ora una nuova edicola sorge appena fuori del santuario mentre l'edicola miracolosa, databile al XIV° secolo, è conservata all'interno del santuario stesso.
In effetti il santuario attuale, risalente ai primi anni del '500 e sorto sui resti di un precedente e più piccolo edificio mariano, è uno di quei tipici santuari sorti in epoca medievale o postmedievale per venerare quelle immagini sacre, spesso raffiguranti la Vergine, che, per svariati motivi, potevano essere considerate miracolose ed in onore delle quali, di conseguenza, venivano eretti santuari in cui conservarle e venerarle. La paternità dell'opera si attribuisce (negli anni 1525/1526) a Rocco da Vicenza, un architetto molto attivo in Umbria in quei tempi.
La particolarità è che il santuario è a pianta quadrata ed ha due ingressi con splendidi portali ornati da colonne e sculture in pietra raffiguranti mostri o volti umani. All'interno è una cappella principale, ove è custodita l'immagine sacra e diversi dipinti, raffiguranti altri miracoli, risalenti al XV° e XVI° secolo, e cappelle minori.
Non avete il tempo di andare a visitarlo ? Intanto peggio per voi ma oggi sono buono e... vi ci porto io...
La leggenda narra della pastorella Andreana che udì una voce provenire da un'edicola sacra posta all'incrocio tra due stradine di campagna, nei pressi di una fonte. La voce, della Madonna, la pregava di recarsi presso il vicino castello di Mongiovino affinchè chiedesse ai suoi abitanti di ripulire l'edicola sacra, in stato d'abbandono, dai rovi che la circondavano e di tornare a venerarla come un tempo. I castellani, però, non dettero credito alle parole della pastorella. Pochi giorni dopo la pastorella si recò ad attingere acqua alla fonte ed udì di nuovo la voce che le chiedeva di riempire con quell'acqua una brocca e di recarsi al castello portandola, come si usava un tempo nei paesi, sulla testa, solo che la brocca doveva essere trasportata capovolta. La pastorella così fece e dalla brocca, miracolosamente, non cadde a terra neanche una goccia d'acqua. I castellani, allora, persuasi dal miracolo, ripulirono l'edicola sacra ed in onore della Vergine fecero edificare questo splendido santuario immerso negli uliveti umbri.
Ora una nuova edicola sorge appena fuori del santuario mentre l'edicola miracolosa, databile al XIV° secolo, è conservata all'interno del santuario stesso.
In effetti il santuario attuale, risalente ai primi anni del '500 e sorto sui resti di un precedente e più piccolo edificio mariano, è uno di quei tipici santuari sorti in epoca medievale o postmedievale per venerare quelle immagini sacre, spesso raffiguranti la Vergine, che, per svariati motivi, potevano essere considerate miracolose ed in onore delle quali, di conseguenza, venivano eretti santuari in cui conservarle e venerarle. La paternità dell'opera si attribuisce (negli anni 1525/1526) a Rocco da Vicenza, un architetto molto attivo in Umbria in quei tempi.
La particolarità è che il santuario è a pianta quadrata ed ha due ingressi con splendidi portali ornati da colonne e sculture in pietra raffiguranti mostri o volti umani. All'interno è una cappella principale, ove è custodita l'immagine sacra e diversi dipinti, raffiguranti altri miracoli, risalenti al XV° e XVI° secolo, e cappelle minori.
Non avete il tempo di andare a visitarlo ? Intanto peggio per voi ma oggi sono buono e... vi ci porto io...
La verandina del ristorante proprio "a picco" su Piazza Umberto I° e la bellissima fontana ottagonale
(appena a sinistra la Chiesa di San Michele Arcangelo, con affreschi di Masolino da Panicale, il Perugino ed una tavola del Caporali, cui è dedicato il teatro del paese)
(appena a sinistra la Chiesa di San Michele Arcangelo, con affreschi di Masolino da Panicale, il Perugino ed una tavola del Caporali, cui è dedicato il teatro del paese)
Particolarmente meritevoli, a sinistra, la focaccia con lardo di Colonnata ed il crostone con "barbozzo" di maiale all'aceto balsamico: DA URLO !!!
Vi rinnovo l'invito ad andarci... magari ci trovate seduti al tavolo a fianco...