19 settembre 2006

TRE GIORNI UGGIOSI E GASTRONOMICI IN UMBRIA E TOSCANA

Di ritorno da tre sospirati (ma piovosi) giorni trascorsi al confine tra Umbria e Toscana faccio una nuova recensione di qualche locale visitato, anche perché nel nostro carnet c'è una “nuova entrata” veramente meritevole, che vado subito a presentare.
Appena arrivati, e dopo aver dato una controllatina allo stato della casa e dell’orto, ci dirigiamo verso un locale che da almeno un annetto e mezzo volevamo provare: l’Osteria la Solita Zuppa a Chiusi.

L'entrata de La Solita Zuppa
Intanto una piccola digressione su Chiusi vecchia, che offre veramente tre o quattro colpi d’occhio inaspettati e caratteristici.

La Solita zuppa si distingue dagli altri locali della zona per l’arredamento (un po’ come quello di Lillo Tatini a Panicale) sobrio ma fantasioso, magari per alcune cose un po' kitch,
l'accesso curatissimo allo Toilette del ristorante, la tazzina ed il servizietto da caffè

ma con una grande attenzione ai particolari curiosi

il segnaposto in ceramica
nonché per la straordinaria accoglienza (che più che “calda” sarebbe preferibile definire “rovente”) dei gestori, Roberto e Luana, che da 23 anni si dedicano anima e corpo a questo locale come fosse sempre il primo giorno, presentando, magari aggiungendoci anche un pizzico di fantasia, piatti della tradizione contadina toscana (Chiusi è il primo paese che si incontra passando dall’Umbria alla Toscana).
In effetti il tono di voce e la cadenza di Roberto sono ammalianti, così come la verve e la passione di Luana nell’accogliere i clienti. Sentire Roberto “recitare” il menu è una via di mezzo tra il sentire un disco della Telecom (“…Trippa…: questo è un trippaio dal 1920. Qui da noi potete trovare… ecc. ecc.”, …probabilmente l’ha imparato a memoria!? infatti ripete le stesse identiche frasi decine di volte ai vari clienti senza omettere, di volta in volta, una virgola) ma con una “interpretazione” piena di passione per il proprio lavoro e le tradizioni (ad esempio ci racconta di quando, da bimbo, accompagnava il nonno in campagna e mangiava con lui cose genuine e “povere” - come materie, ma non certo povere di gusto).
Il locale è veramente arredato in modo originale, pur con la tipica volta a botte delle trattorie più classiche, ma con mille trovate che rapiscono gli occhi dell’avventore (Luana ripeterà più volte la frase-verità: “Questo locale è la nostra casa: se non ci stiamo bene noi non ci possono stare bene i nostri “amici”. Ed in effetti Luana e Roberto non usano mai la parola “clienti” ma sempre “amici”. Un’altra frase pronunciata da Luana al telefono, ad un cliente che chiedeva la disponibilità di un tavolo, chiarisce ancora meglio la loro filosofia: “Mi dispiace ma, se Dio vuole, in questo locale non sappiamo cosa voglia dire preparare la tavola due volte: noi effettuiamo un solo turno perché ci piace coccolare i nostri amici, senza fretta”).
E le portate presentate sono altrettanto particolari: come entrèe ci viene portata una ribollita estiva con zucchine, ceci, fagioli, verdure ed uvetta, il tutto su una fetta di pane ammollato (piatto freschissimo e veramente gustoso, che Roberto mangiava appunto in compagnia del nonno, a cui viene abbinato un sauvignon blanc);

La Ribollita estiva
proseguiamo con una zuppa di zucca, farro perlato e rosmarino (dolce, delicata e profumatissima) ed una di ceci e funghi (altrettanto saporosa e profumata). Di secondo optiamo per bocconcini di guancia di maiale alle spezie (cui viene abbinato un contorno di cavolo e patate al forno) ed una chianina, cotta al forno a legna, tagliata in fettine sottilissime, quasi un roastbeef, profumata con pepe, spezie ed olio di frantoio (in abbinamento ad una terrina di coccio con ceci, fagioli e farro cotti nel classico fiasco toscano). Due secondi veramente delicati e gustosi (conditi con un ottimo olio ed un pepe non troppo piccante ma profumatissimo). Di dolce un semifreddo al limoncello con miele al mandarino ed un aspic di pere con miele di cannella. Ai dolci viene abbinato un Moscato di Bava. Con due caffè, serviti in un graziosissimo servizietto in cotto smaltato e decorato (raffigurante una classica campagna toscana),
Il servizietto da caffè
acqua, un Rosso di Montalcino “Prugnolo 2003” di Boscarelli ed un whisky Laphroaig invecchiato 15 anni, spendiamo € 90,90.
Ma il bello deve ancora venire: dopo aver salutato Roberto e Luana (che effettivamente ci abbracciano e ci baciano come fossimo vecchi amici) riprendiamo l’ombrello e ci avviamo alla macchina. Fatta una trentina di metri sento la voce di Luana che ci “rincorre” sotto la pioggia: “Amici, fermatevi… la bottiglia… avete dimenticato la bottiglia!” e si, perchè del vino avevamo (soprattutto io) bevuto poco più della metà. In effetti è la prima volta che mi capita di ricevere il “droit à la bouteille” direttamente dal gestore del locale ma Luana ci dice: “Per carità, dal momento che la avete pagata è vostra. Se la lasciate sul tavolo è un peccato, per noi e per voi. Portatela a casa e terminatela con comodo”. Un altro segno della serietà e della validità della loro "politica". Inutile dire che ci siamo tornati dopo un paio di giorni: nella seconda visita abbiamo preso come entrèe una fetta di pane ammollato con sopra del tenerissimo lampredotto (la parte più compatta e magra dello stomaco bovino) condito con olio e pepe ed una fresca salsa verde (gli viene abbinato un Ceraso di una azienda vinicola delle vicinanze). Di primo una tagliatella ai peperoni gialli (cotti alla brace e spellati: in effetti il profumo che emana il piatto è proprio di camino e Claudia lo giudica leggero e gustoso), dei tagliolini allo zenzero e semi di papavero con una minima quantità di panna a crudo e di succo di limone per legare il tutto: piatto straordinario e curiosissimo. Di secondo Claudia opta per la Scottiglia: un misto di pezzi di carni bianche (maiale, agnello ecc.) cotti nel sugo di pomodoro, piatto gustosissimo, così come la mia trippa alla Fiorentina, con sugo e parmigiano: erano anni che non ne mangiavo di così buona e tenera. Di contorno optiamo di nuovo per cavolo e patate e per i legumi al fiasco. Di dolce non posso evitare di prendere la panna cotta al caffè ricoperta da uno squaglio di caramello:

da delirio papillare, con il solito abbinamento al Moscato di Bava. Con un “semplice” vino della casa (in realtà è un Rosso di Montalcino di un’azienda della zona, con un anno di botte sulle spalle, forse ancora non totalmente “svolto” ma promettente) e due caffè, spendiamo € 71,25. Un posto da raccomandare vivamente.

Gli altri due locali dove abbiamo mangiato sono, ovviamente, il nostro locale preferito: "Lillo Tatini" a Panicale (di cui mi limiterò a segnalare quanto mangiato perchè ne ho già abbondantemente parlato in precedenza) e L'Acquario a Castiglione del Lago.
Da Lillo Tatini
L'interno di Lillo Tatini (la cui atmosfera è un po' falsata dal flash)
(la cui proprietaria Patrizia, dopo un miniappartamentino da affittare a clienti e non, ha preso in gestione anche un wine bar, segnalato anche dal Gambero Rosso, per completare il percorso enogastronomico a Panicale) abbiamo preso come antipasto (dopo il classico apetizer di paninetti, preparati espressi, aromatizzati alle olive e noci, su cui spalmare del burro tiepido alle acciughe e capperi) un petto d'anatra in padella con frutti di bosco e tortino di sedani, di primo una zuppa di ceci con pane tostato e castagne per Claudia e per me dei ravioli ripieni di uova di quaglia, saltati in padella con pancetta stagionata e ricotta di Norcia (sembrano, in fin dei conti, dei "ravioli alla Carbonara" ma sono semplicemente straordinari). Di secondo un carrè d'agnello al forno ripieno di porcini, indivia, mandorle e patate mentre, per me, del germano reale all'acquavite di pere con pane al lardo. Di dolce un "Dio Pan": delle fettine di formaggio di Pienza a media stagionatura con fichi caramellati e, per Claudia, dei frutti (fico, albicocca, fragola) scavati e riempiti del relativo gelato. Con acqua, 2 caffè e due calici (uno di Contado di Di Majo Norante ed uno di Bolgheri Rosso Colle Massari) abbiamo speso 86,50.
Nell'altro ristorante testato, l'Acquario, abbiamo preso delle ottime pappardelle ai gamberi di lago e zucchine in fiore, e degli stracci al luccio e tartufo (pasta fatta in casa in entrambi i casi); i secondi erano uno spiedino di maiale con salsa alle prugne ed un coniglio con ginepro ed olive (risultava un po' secco: non mi ha convinto molto malgrado il sapore fosse buono). Di dolce una ottima bavarese al finocchietto selvatico con salsa alla menta. Con due caffè ed una bottiglia di gradevolissimo Soave di Inama, la spesa è stata di 59,60. In fin dei conti dei posti in cui tornare.

6 commenti:

rosso fragola ha detto...

ciao! Sono passata per ricambiare la visita e ho trovato una bellissima sorpesa: un bel bolg, delicato e goloso, e delle bellissime foto di Roma, con i grandi attori che hanno fatto epoca, e la foto del film di Pinocchio, un incanto.
Tornerò presto a farti visita, con più calma per trattenermi più a lungo.
Un saluto a te e alla tua famigliola.

Tulip ha detto...

Ciao Jajo!!

Sono molto contenta di averti scoperto!!
Vedo che ci sono molti post interessanti da leggere.... quindi tornerò e piano piano leggerò n pò di tutto!!

mi piace sopratutto la parte dedicata a Roma...
anche io questa estate ho approfittato dell'apertura del passetto di borgo!! bellissimo, vero?

a presto!

graziella ha detto...

Vedo che sopra di me ti hanno già scoperto altre due amiche!!
Allora anch'io mi aggiungo ai complimenti e mi segno "La solita zuppa" come un posto da tenere a mente nel caso si passi da quelle parti!
A presto!

JAJO ha detto...

Grazie dei complimenti ragazze :-)
fatti da tre "mostri sacri" dei blog fanno ancora più piacere.
In effetti perlustrando diversi blog ho trovato anche idee carine per ottimizzare e rendere più piacevole il mio (anche se so bene che il mio grande difetto, quando scrivo, è quello di essere un po' troppo "lungo": il fatto è che mi piace cercar di trasmettere la mia passione e, per quanto riguarda i post su Roma, cercar di far conoscere, a chi non ne ha la possibilità, luoghi e curiosità della mia splendida città. I "resoconti" poi sono un gioco che ho iniziato a fare con dei forumisti de La Cucina Italiana e di Viaggi e Sapori: per questo li rendo un po' "romanzati").

Anonimo ha detto...

ho sempre mangiato bene in questo localino accogliente

JAJO ha detto...

In effetti ti coccolano proprio tanto, forse anche troppo :-D