30 agosto 2010

CHIUSI.... SU E GIU'

Dopo esserci fatti due risate con il solito, pungente, humour toscano

DSCF2458

ed aver goduto della bellezza delle stradine medievali e dei portoni degli antichi palazzi,

DSCF2459

DSCF2380

DSCF2377

DSCF2457

terminiamo la nostra passeggiata per Chiusi Vecchia visitando lo stupefacente "Labirinto di Porsenna", che inizia a diramarsi proprio sotto la piazza del duomo.

302
Ricostruzione del Mausoleo di Porsenna,
su disegno dell'Architetto Bonomi,
tratto dal sito "Il Cittadino On Line"

In realtà, più che trattarsi della tomba del famoso lucumone etrusco (che, pure, perfino Plinio il Vecchio e Varrone descrivono come un monumento immenso, con una base - al cui interno era il labirinto - di quasi 90 metri per lato e sormontato da piramidi ornate con nastri e sonagli di bronzo), si tratta di una serie di freschi ed affascinanti cunicoli, scavati nel tufo e nella pietra fino a 25 metri di profondità, che servivano a convogliare le acque piovane in una antica e perfettamente conservata cisterna a doppia volta, sorretta da un pilastro centrale, risalente al I° secolo a.C..

DSCF2398

DSCF2395

DSCF2390

DSCF2385

Prima di scendere nei cunicoli (come avrete visto, attenzione per chi soffre di claustrofobia), si può ammirare la splendida collezione di codici amanuensi nel Museo della Cattedrale.

DSCF2384

DSCF2383

DSCF2382

La visita si conclude, poi, con la salita (142 gradini, per fortuna bassi e non faticosi come si potrebbe pensare) sulla torre campanaria del XII° secolo. Vi consiglio questa piccola fatica perchè dalla cima della torre si può non solo ammirare tutta la pianta urbanistica di Chiusi ma l'intero panorama a 360°: i tre laghi di Chiusi, Montepulciano e Trasimeno, i paesi di Montepulciano, Chianciano, Castiglione del Lago, Gioiella, fino a Panicale, Città della Pieve e Sarteano, oltre i monti Cetona e Amiata.

DSCF2407

DSCF2404


DSCF2452

DSCF2450

DSCF2445

DSCF2443

DSCF2431

DSCF2417

DSCF2412


16 agosto 2010

ZEPPOLE AL POLPO

Le spiagge, di questi tempi, sono un vero carnaio. Ma, tra uno strillo di ragazzino, un venditore di cd, noci di cocco o teli da mare, dalla vocetta altrettanto stridula, tra una grattachecca all'amarena con pezzetti di cocco e visciole e un vicino d'ombrellone tatuato fino al midollo e con cellulare incorporato all'orecchio, tra "'na bìra e 'n Calippo", mentre stai a ffa' 'a colla sott'ar sole cercando di risolvere un Sudoku, può capitare anche che una "Zeppola" ti presenti un simpatico ragazzo napoletano che per anni ha lavorato in una delle gastronomie storiche di Napoli (Imperatore, tanto per far capire a chi è di zona). E può capitare che, durante le chiacchiere da ombrellone, vengano pronunciate le parole "ZEPPOLE AL POLPO".
Ed ora ditemi: come potrebbe, un goloso sedicente foodblogger (anche se non mi sono mai del tutto sentito tale), appena ripresosi dal rombo di tuono scatenato nelle sue orecchie da quelle tre parole, rimanere impassibile a tanta immaginabile squisitezza? Quindi, un po' per la sua natura espansiva (l'ho detto che è di Napoli), un po' perchè minacciato e quasi fisicamente tirato per i capelli dal sottoscritto e dalla mia altrettanto golosa metà circa i dettagli esattissimi della ricetta, si è sbottonato in un sorriso...

ZEPPOLE AL POLPO
IMG_0601

INGREDIENTI (per 4 persone):

400 gr. di farina 00
250 gr. (o più) di polpo

un cubetto (o una bustina, se liofilizzato) di lievito
due cucchiaini di sale (circa 10 gr.)
aglio, olio e.v.o. e prezzemolo
un litro di olio di arachidi per la frittura

PROCEDIMENTO: lessate velocemente il piccolo polpo (magari come avevo fatto qui) e riducetelo, una volta freddo, in una piccolissima dadolata; conditelo con uno spicchio d'aglio tagliato in 7 o 8 pezzettini (che poi toglierete), un mazzetto di erbetta (purtroppo per la fretta di fare questa ricetta, non avendola ed essendo tutti i fruttivendoli chiusi, io non ce l'ho messa) e mezzo bicchiere di olio e.v.o., lasciandolo insaporire in frigo per un paio d'ore.
Nel frattempo preparate la pastella per le zeppole: in una insalatierina versate la farina, il pizzico di sale (io ho potuto farlo subito utilizzando del lievito liofilizzato) ed un bicchiere d'acqua tiepida, nel quale avrete sciolto il lievito. Amalgamate bene il tutto e, quando l'impasto è quasi pronto, unitevi la dadolata di polpo (la prossima volta voglio provare a tenere l'impasto un po' più asciutto, aggiungendo però parte dell'olio in cui avrò insaporito il polpo), mescolate per bene ma delicatamente, ricoprite l'insalatiera con la pellicola da cucina e lasciate lievitare per almeno un'ora e mezza.

IMG_0589

Mettete tutto l'olio in un pentolino dai bordi abbastanza alti, perchè la cottura va fatta in olio fondo, e portatelo a temperatura. Io ho fatto la prova del cucchiaio di legno per verificare la temperatura dell'olio (quando, immergendo il cucchiaio di legno nell'olio, questo inizierà a sfrigolare e fare delle piccole bollicine attorno al cucchiaio), ma le zeppole migliori le ho ottenute a partire dalla seconda calata.

IMG_0592

Con un cucchiaio prendete un po' di impasto lievitato e, con un altro cucchiaio, aiutatevi a formare delle quenelles che lascerete cadere delicatamente nell'olio bollente.

IMG_0595

In pochi secondi le zeppole si gonfierammo triplicando (almeno) la propria grandezza. Dopo meno di un minuto giratele con una schiumarola per farle dorare anche dall'altra parte e, in poco più di un minuto, saranno pronte.

IMG_0594

Lasciatele scolare su carta da forno e servitele ancora calde.
GRAZIE BRUNO !!!

IMG_0604

P.s.: con tutto quell'olio a disposizione non potevo non accompagnare quelle zeppole marinare con patatine ed alici fritte.

IMG_0600

La sera prima, infatti, avevo pulito circa 350 gr. di alici freschissime (che veniva voglia di mangiare crude, tanto era il profumo di mare che emanavano). Le ho semplicemente impanate in 100 gr. scarsi di farina cui avevo aggiunto un pizzico di sale. Buttate in olio fondo in meno di 20 secondi avete una bontà indicibile a portata di bocca.

IMG_0603

Per contorno non potevo non prendere un paio di patate, tagliarle fine fine con la mandolina, e.... queste sono pronte in meno di 10 secondi (delle patatine fritte come neanche quelle famose in sacchetto !!)

IMG_0602

10 agosto 2010

LA SAGRA DEL BRUSTICO E DEL TEGAMACCIO A PORTO (CASTIGLIONE DEL LAGO)

Ogni anno, a Porto, una piccola frazione del comune di Castiglione del Lago, nella settimana che precede il Ferragosto, si tiene la Sagra del Pesce.

40319_1399839562218_1419163035_31118645_4361659_n

In questa occasione, per la quale nel corso di tutta la settimana c'è grande afflusso, si celebra il trionfo dei pesci di lago: infatti le preparazioni che vengono fatte sono, oltre ad un corposo menù "paesano" tipicamente umbrotoscano, quelle del "Brustico" e del "Tegamaccio". Sono, questi, due modi di cuocere il pesce di lago come si faceva una volta: infatti le uniche cose occorrenti per effettuare le cotture dei pesci, tramandate di generazione in generazione, sono semplicemente delle fascine di canne di lago, una rete metallica (per il brustico) e dei tegami di coccio (ovviamente per il tegamaccio).
Alla realizzazione della sagra partecipano in media almeno 120 persone (considerate che tutta la popolazione della piccola frazione, al confine tra l'Umbria e la Toscana, non arriva ai 300 abitanti !) ed ogni anno il successo è maggiore. Quest'anno, poi, la festa sarà particolarmente sentita, visto che si è arrivati al venticinquennale !
Ma veniamo alle cose serie: le due preparazioni dei pesci (freschissimi, in quanto pescati nei tre laghi della zona: il Trasimeno, il Lago di Chiusi e quello di Montepulciano; la frazione di Porto sorge proprio al centro tra questi tre laghi).

IMG_0570

Le fotografie, a parte quella qui sopra, i "primi piani" dei piatti
e la foto dei gazebo, sono prese dal gruppo Facebook
"Sagra del pesce - Brustico e Tegamaccio"


Per il BRUSTICO (piatto di tradizione etrusca il cui termine deriva chiaramente dalla parola toscana "abbrusticare" = abbrustolire), si comincia all'alba: i pesci (luccio, boccalone, scardola, tinca di piccola pezzatura o, soprattutto, pesce persico reale) vengono abbrustoliti sopra una rete metallica sotto la quale viene preparata la brace, fatta con le canne di lago, senza essere nè squamati nè spellati. Una volta cotto, il pesce viene raschiato superficialmente, pulito delle interiora, sfilettato e sbriciolato a mano e poi condito con olio d'oliva locale, sale, limone (c'è chi mette qualche goccia d'aceto, ma io preferisco il limone) e servito a freddo.

IMG_0573

36951_1378867357926_1419163035_31061643_940339_n

32022_1346404746381_1419163035_30978169_1419861_n

3201_1086285763569_1419163035_30340740_107594_n

5855_1131937704839_1419163035_30479304_3233493_n

3201_1086285803570_1419163035_30340741_7605_n

36951_1378867437928_1419163035_31061645_6650179_n

3201_1086285883572_1419163035_30340742_5384520_n

5855_1133707429081_1419163035_30483882_138921_n

3201_1086285923573_1419163035_30340743_1995081_n

Il TEGAMACCIO anche, come il Brustico, richiede una preparazione che parte all'alba, visto che necessita di una cottura molto lenta nei tegami di coccio, da cui prende il nome. Si prepara utilizzando tre varietà di pesce, la tinca, il luccio e l'anguilla (ma c'è chi usa anche pesce gatto, persico sole e persico reale), con aggiunta di pomodoro, olio d'oliva, sale, pepe e peperoncino, tutti esclusivamente del posto. Ovviamente l'aggiunta di alcune fette di pane a bruschetta rende ancora più irresistibile il piatto.

IMG_0575

5855_1133703228976_1419163035_30483874_2008303_n

3201_1086285723568_1419163035_30340739_6494674_n

15443_101762549851840_100000542876299_46011_1949228_n

15443_101681983193230_100000542876299_43888_4830568_n

Due curiosità:
Il "tegamaccio" deve essere mescolato, per non farlo attaccare al fondo, usando eclusivamente i manici del tegame, senza usare mestoli di alcun genere.
Esiste, in Toscana, un omonimo piatto che, però, e costituito da carne di maiale cotta con vino rosso, pomodoro, odori e peperoncino.

Durante l'anno potete gustare entrambi i piatti, alla trattoria "Da Gino" (ottimo il brustico), proprio sulle rive del Lago di Chiusi (Via Cabina Lago, 42 - Chiusi - tel. 0578 21408) oppure (ma non l'ho ancora testata in quanto ha riaperto da pochissimo) all' "Osteria di Mugnanese", proprio a due passi da Porto (Località Mugnanesi, 11 - Mugnanesi - tel. 347 3307452 Attenti che apre solo su prenotazione).

IMG_0565

Il menu della Sagra del Pesce di Porto comprende, oltre a Brustico e Tegamaccio, anche:

Spaghetti al sugo di pesce
Insalata di farro
Tagliatelle al sugo di Nana (anatra)
Filetti di pesce fritti
Bistecca di vitello
Bistecca di suino
Salsicce
Fagiolina del Trasimeno
Patate fritte
Pomodori e cetrioli
Tozzetti con Vin Santo
Cocomero
Macedonia di frutta
Vino bianco e rosso "caserecci" o della Cantina Sociale del Trasimeno
e, ovviamente, musica e ballo a volontà

COSA STATE FACENDO ANCORA DAVANTI AL COMPUTER ??? !!!

Avete paura che dopo una tale mangiata non ce la farete a ritornare a casa?
Niente paura: c'è pronto Fabio ad accogliervi !


E state pronti, che anche quest'anno il buon Fabio, tra settembre e novembre, sta organizzando per voi la raccolta della Fagiolina, dello Zafferano, del Granoturco e delle Olive!

07 agosto 2010

CORTONA

E dopo Chiusi Vecchia eccoci a fare due passi nella splendida Cortona, altra città facente parte della " dodecapoli etrusca ".
La sua struttura è molto simile a quella di Pienza.

Anche qui bando alle ciance e spazio alle foto...

Una curiosa fontana ed una splendida ortensia ci attendono all'entrata del paese...

DSCN0389

DSCN0400

Non avrei mai pensato che anche Cortona, paese che sorge in piena Val di Chiana a circa 600 metri di altezza, potesse aver avuto delle perdite tra i marinai delle due Guerre Mondiali.

DSCN0403

Dal corso di Cortona partono, da entrambi i lati (anche se soprattutto verso la cima del colle) numerosi vicoletti di una bellezza mozzafiato (alcuni anche occupati da botteghe di antiquari ed artisti).

DSCN0413

DSCN0419

DSCN0427

DSCN0431

DSCN0436

DSCN0439

DSCN0446

DSCN0506

DSCN0453

DSCN0465

DSCN0468

Un negozio fuori dal tempo, così come Cortona...

DSCN0498

DSCN0503

DSCN0508

Perfino il cimitero, sulla collina di fronte (vista panoramica dalla piazza del Duomo e del Museo Diocesano, dov'è la splendida "Annunciazione" del Beato Angelico, con le parole dell'annuncio dipinte in oro zecchino), ha il suo fascino rasserenante.

DSCN0510

DSCN0525

DSCN0529

DSCN0534

DSCN0542

DSCN0548

DSCN0551

DSCN0557