Dopo un congruo periodo di disintossicazione da blog rieccomi qui, digerita la pur gustosa Bavarese alle pesche, con uno dei miei soliti post "vacanzieri" che in pochissimi vedranno e commenteranno, ma tanto io so' ariete in ariete e insisto hahahahaha.
Scherzi a parte ci tenevo a fare una capatina a Matelica visto che la famiglia di mia madre è originaria proprio di quel paese e, quindi, un po' di sangue "marchiciano" nelle vene ce l'ho anche io. E per questo era una vergogna per me non esserci ancora mai andato prima, anche perchè la piccola cittadina è immersa nel verde e, con meno di 5 minuti si arriva, da ogni parte si vada, in un bel prato verde, proprio dietro i palazzi del centro (cosa, questa, che caratterizza la gran parte dei paesi e delle cittadine marchigiane).
In effetti mi ha deluso solo non averci incontrato un'anima (massimo 6 o 7 persone) ma erano le 12 di una calda domenica di inizio luglio...
Per la verità giusto visitando una chiesa ho incontrato una simpaticissima vecchietta che, vedendomi con la macchina fotografica al collo ha capito che ero un turista è mi ha raccontato vita morte e miracoli della beata Mattia, cui la chiesa è dedicata, ed il cui corpo è custodito sotto l'altare.
Scherzi a parte ci tenevo a fare una capatina a Matelica visto che la famiglia di mia madre è originaria proprio di quel paese e, quindi, un po' di sangue "marchiciano" nelle vene ce l'ho anche io. E per questo era una vergogna per me non esserci ancora mai andato prima, anche perchè la piccola cittadina è immersa nel verde e, con meno di 5 minuti si arriva, da ogni parte si vada, in un bel prato verde, proprio dietro i palazzi del centro (cosa, questa, che caratterizza la gran parte dei paesi e delle cittadine marchigiane).
In effetti mi ha deluso solo non averci incontrato un'anima (massimo 6 o 7 persone) ma erano le 12 di una calda domenica di inizio luglio...
Per la verità giusto visitando una chiesa ho incontrato una simpaticissima vecchietta che, vedendomi con la macchina fotografica al collo ha capito che ero un turista è mi ha raccontato vita morte e miracoli della beata Mattia, cui la chiesa è dedicata, ed il cui corpo è custodito sotto l'altare.
La loggetta degli Ottoni.
Sulla via del ritorno ci fermiamo nell'altrettanto calda, verde e deserta Esanatoglia. Anche questa cittadina, che fu denominata "Città Filetta" per la sua struttura filiforme e che fa parte del circuito dei "Borghi più belli d'Italia", merita una visita.
Guardando in alto, sulla vetta del monte Corsegno (quasi 800 metri) a dominare tutta la Valle di San Pietro, si può ammirare l'Eremo di San Cataldo, di origine medievale. Vi si arriva, essendo circa 4 chilometri fuori dell'abitato, salendo per alcuni tornanti e posteggiando l'auto a circa 300 metri, in uno spiazzo sterrato: la strada prosegue poi, costeggiata sulla destra da 14 edicole a ricordare la Via Crucis, fino all'eremo, dove è possibile ammirere, nella cappella del santo, decine e decine di ex-voto risalenti perfino al 1400.
La Fontana di San Martino.
Una "casa dalle tre porte": questo tipo di abitazione ha origine medievale nelle regioni del centro Italia. In particolare la porta di destra era detta "degli sposi", quella di centro "del morto" e quella di sinistra era il normale uscio. Antichi documenti certificano che la porta "del morto" era in realtà chiusa (come si può vedere nella mia foto qui sotto) in muratura e che tale muro veniva abbattuto solo al momento in cui si rendeva necessario portar fuori di casa la salma di un familiare. Tale muro veniva poi, subito dopo, ricostruito.
Questa tradizione, in Esanatoglia, sembra sia stata in vigore fino al XVI secolo, quando venne eretta la Cappella degli Innocenti per vegliare i cittadini defunti. Il pittore Simone De Magistris ritrasse nella cappella una Natività nella quale appariva, alle spalle della sacra famiglia, un edificio a tre porte, quasi a tener viva la tradizione.
Questa tradizione, in Esanatoglia, sembra sia stata in vigore fino al XVI secolo, quando venne eretta la Cappella degli Innocenti per vegliare i cittadini defunti. Il pittore Simone De Magistris ritrasse nella cappella una Natività nella quale appariva, alle spalle della sacra famiglia, un edificio a tre porte, quasi a tener viva la tradizione.
5 commenti:
Ed io lo commento questo post molto interessante, anche perchè è un periodo che ho il "pallino" di andare nelle Marche, regione che non conosco e che sono convinta abbia molti luoghi che meritano di essere visitati. Mi piace quell'eremo lassù, e bè sono "particolari" pure le tradizioni delle tre porte!
Ciaooo
Evelin
belli sti posti, neppure qui sono stata, a matelica c'è il verdicchio, sei andato anche a comprare il vino? io ovunque vado compro vino, nelle marche avevo preso del rosso conero direttamente in azienda buonissimo... comunque io son leone ma insisto lo stesso anche se non me li fila nessuno i miei post del lago, poi qui di lato vedo ancora i biscotti con la maionese per non se li filano neppure i feed, ti rendi conto? :-D
Oh...mai sentiti! Mentre leggevo il titolo riflettevo che si, ero assolutamente persuasa della tua immensa cultura e intelligenza, ma questi due termini non li avevo mai sentiti in vita mia. Stavo per prendere il dizionario, quando ho deciso di leggere prima il post....:))) E sorpresa sorpresa..son due deliziosissimi paesini deserti!
Un bacione Jacopo caro.
Ecco, io ho letto, e mo' commento pure ;)
Bellissimi i luoghi e molto belle le tue foto! Interessanti i tre usci per ogni casa!!
Sono stata nelle Marce mille anni fa...mi sa che è ora di rinverdire i ricordi...
Grazie!
Davvero splendide le immagini; complimenti.
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