Ed eccoci, finalmente, a far visita alla residenza di uno dei personaggi che più amo della fiction del Commissario Montalbano: il Castello di Donnafugata, infatti, è nella serie camilleriana la residenza del capoclan mafioso Don Balduccio Sinagra (splendidamente e romanticamente interpretato dal caratterista Francesco Sineri).
Dunque, il Castello di Donnafugata, in cui si respira "il profumo del tempo" e si gode del "lusso degli arredi", la cui prima edificazione sembrerebbe da attribuire ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV° secolo, malgrado la sua imponente e massiccia mole possano far pensare ad un edificio di difesa, non fu altro che la residenza estiva dei baroni Arezzo De Spuches. Coprendo un'area di oltre 2500 metri quadri, e con un circostante parco di circa 8 ettari, sorge nell'entroterra di Ragusa ma dalla sua terrazza merlata si vede abbastanza distintamente il mare.
Vi si accede da un largo viale lastricato, in leggera salita, ai cui lati sono sorte, nei vecchi locali di rimessaggio rurali, attività commerciali e di ristoro, che tolgono un po' di poesia al luogo.
Nel 1648 il feudo venne acquisito da Vincenzo Arezzo-La Rocca, barone di Serri che, ampliandolo, lo trasformò in residenza estiva. Dopo gli ulteriori ampliamenti ed abbellimenti apportati dal barone Corrado Arezzo il castello cadde via via in stato di abbandono finchè nel 1982 venne acquistato dal comune di Ragusa e, dopo un accurato restauro, restituito al pubblico.
La facciata è un misto di vari stili ma c'è da notare che proprio così volle definitivamente farla apparire il barone Corrado Arezzo, uomo dalle mille sfaccettature e dal carattere particolarmente eclettico ed aperto.
Il pianterreno del castello, cui si accede attraverso un portale che nei secoli scorsi permetteva il passaggio delle carrozze nobiliari, era adibito a magazzini ed alla residenza della servitù e vi si nota ancora adesso una piccola chiesetta (quando lo abbiamo visitato noi stavano allestendo, proprio sulla terrazza panoramica, dei tavoli per una cerimonia nuziale);
essendo, ora, il castello di proprietà del Comune di Ragusa, vi si tengono regolarmente mostre e manifestazioni culturali (all'esterno delle mura era ancora allestito un palco per dei concerti estivi).
I piani superiori erano invece destinati alle attività quotidiane dei nobili: il castello conta 122 stanze, delle quali (al primo piano) 22 visitabili, arredate ancora adesso con mobilio, arredi e drappeggi del '700 e del'800 (in effetti c'era un cartello "vietato fotografare" ma uno che ha un blog pensate possa resistere ai divieti? Alcuni scatti li ho proprio "dovuti fare"...
Si accede ai piani nobili attraverso uno scalone ,che parte dal portico che circonda il cortile interno e nel quale sono ancora custodite alcune carrozze e carretti siciliani di particolare bellezza.
Ogni stanza aveva uno specifico scopo ed un particolare tipo di arredamento; tra quelle visitabili sono di particolare fascino la "sala della musica", nella quale si possono ammirare diversi pianoforti di varie epoche e dipinti "trompe-l'oeil", la "sala degli specchi", ornata da stucchi e specchiere, la "sala degli stemmi", dove oltre due armature medievali si possono ammirare gli stemmi di tutte le casate nobiliari siciliane, la "pinacoteca" (anche se attraverso una porta semisbarrata) con le sue tele neoclassiche della scuola di Luca Giordano, l'"appartamento del vescovo", riservato ad un alto prelato settecentesco della famiglia Arezzo, la "sala del biliardo", in cui regna sovrano un grande biliardo, più grande di quelli attuali, circondato da piccole tribunette dalle quali gli ospiti potevano assistere alle partite, le "stanze di Bianca di Navarra", la curiosa "stanza della conversazione" divisa in due vere e proprie stanze separate: quella "dei fumatori", riservata esclusivamente agli uomini e l'attiguo "salotto delle donne", riservato alle ospiti del castello. Particolari sono anche le "stanze francesi", arredate in stile transalpino in tempi più recenti visto che alcuni discendenti della famiglia Arezzo vissero per lunghi periodi in Francia.
Il giardino è forse il fiore all'occhiello del barone Corrado Arezzo che, infatti, lo fece ornare con oltre 1500 specie di piante, anche rare, provenienti da ogni parte del mondo e con strane costruzioni: una dèpendance destinata a Cofee House, un tempietto in stile greco, una fontana con putti, una piccola cappella (dalla quale usciva, a comando, un "monaco meccanico") e, addirittura, un labirinto in pietra e delle curiose grotte artificiali, con tanto di stalattiti (altrettanto artificiali).
Il giardino fu progettato in tre aree distinte: quella "inglese", quella "francese" e quella "mediterranea". Purtroppo con i lunghi anni di abbandono molte specie si sono perse ma ancora si possono ammirare degli immensi e splendidi ficus e una distesa di rosmarino e lavanda.
Il barone, grazie alla sua influenza politica, riuscì addirittura a far modificare il tracciato della ferrovia Ragusa-Comiso, in modo da ottenere una vera e propria "stazione ferroviaria privata" a circa 500 metri dal castello (stazione tuttora attiva).
Il castello non solo appare nella serie del commissario Montalbano (la terrazza panoramica ospita sempre Don Balduccio che beve una limonata sotto un grande ombrellone che lo ripara dal sole, mentre nel labirinto vengono ritrovati i corpi dei due coniugi protagonisti dell'episodio "La gita a Tindari") ma le sue sale hanno ospitato le riprese di decine di altri film. Perfino Luchino Visconti fece un'ispezione per vedere se il castello potesse offrire degli scenari per il suo "Gattopardo", ma lo stato di abbandono lo fece indirizzare verso altre location.
Dunque, il Castello di Donnafugata, in cui si respira "il profumo del tempo" e si gode del "lusso degli arredi", la cui prima edificazione sembrerebbe da attribuire ai Chiaramonte, conti di Modica nel XIV° secolo, malgrado la sua imponente e massiccia mole possano far pensare ad un edificio di difesa, non fu altro che la residenza estiva dei baroni Arezzo De Spuches. Coprendo un'area di oltre 2500 metri quadri, e con un circostante parco di circa 8 ettari, sorge nell'entroterra di Ragusa ma dalla sua terrazza merlata si vede abbastanza distintamente il mare.
Vi si accede da un largo viale lastricato, in leggera salita, ai cui lati sono sorte, nei vecchi locali di rimessaggio rurali, attività commerciali e di ristoro, che tolgono un po' di poesia al luogo.
Nel 1648 il feudo venne acquisito da Vincenzo Arezzo-La Rocca, barone di Serri che, ampliandolo, lo trasformò in residenza estiva. Dopo gli ulteriori ampliamenti ed abbellimenti apportati dal barone Corrado Arezzo il castello cadde via via in stato di abbandono finchè nel 1982 venne acquistato dal comune di Ragusa e, dopo un accurato restauro, restituito al pubblico.
La facciata è un misto di vari stili ma c'è da notare che proprio così volle definitivamente farla apparire il barone Corrado Arezzo, uomo dalle mille sfaccettature e dal carattere particolarmente eclettico ed aperto.
Il pianterreno del castello, cui si accede attraverso un portale che nei secoli scorsi permetteva il passaggio delle carrozze nobiliari, era adibito a magazzini ed alla residenza della servitù e vi si nota ancora adesso una piccola chiesetta (quando lo abbiamo visitato noi stavano allestendo, proprio sulla terrazza panoramica, dei tavoli per una cerimonia nuziale);
essendo, ora, il castello di proprietà del Comune di Ragusa, vi si tengono regolarmente mostre e manifestazioni culturali (all'esterno delle mura era ancora allestito un palco per dei concerti estivi).
I piani superiori erano invece destinati alle attività quotidiane dei nobili: il castello conta 122 stanze, delle quali (al primo piano) 22 visitabili, arredate ancora adesso con mobilio, arredi e drappeggi del '700 e del'800 (in effetti c'era un cartello "vietato fotografare" ma uno che ha un blog pensate possa resistere ai divieti? Alcuni scatti li ho proprio "dovuti fare"...
Si accede ai piani nobili attraverso uno scalone ,che parte dal portico che circonda il cortile interno e nel quale sono ancora custodite alcune carrozze e carretti siciliani di particolare bellezza.
Ogni stanza aveva uno specifico scopo ed un particolare tipo di arredamento; tra quelle visitabili sono di particolare fascino la "sala della musica", nella quale si possono ammirare diversi pianoforti di varie epoche e dipinti "trompe-l'oeil", la "sala degli specchi", ornata da stucchi e specchiere, la "sala degli stemmi", dove oltre due armature medievali si possono ammirare gli stemmi di tutte le casate nobiliari siciliane, la "pinacoteca" (anche se attraverso una porta semisbarrata) con le sue tele neoclassiche della scuola di Luca Giordano, l'"appartamento del vescovo", riservato ad un alto prelato settecentesco della famiglia Arezzo, la "sala del biliardo", in cui regna sovrano un grande biliardo, più grande di quelli attuali, circondato da piccole tribunette dalle quali gli ospiti potevano assistere alle partite, le "stanze di Bianca di Navarra", la curiosa "stanza della conversazione" divisa in due vere e proprie stanze separate: quella "dei fumatori", riservata esclusivamente agli uomini e l'attiguo "salotto delle donne", riservato alle ospiti del castello. Particolari sono anche le "stanze francesi", arredate in stile transalpino in tempi più recenti visto che alcuni discendenti della famiglia Arezzo vissero per lunghi periodi in Francia.
Un modernissimo comodino...
Il giardino è forse il fiore all'occhiello del barone Corrado Arezzo che, infatti, lo fece ornare con oltre 1500 specie di piante, anche rare, provenienti da ogni parte del mondo e con strane costruzioni: una dèpendance destinata a Cofee House, un tempietto in stile greco, una fontana con putti, una piccola cappella (dalla quale usciva, a comando, un "monaco meccanico") e, addirittura, un labirinto in pietra e delle curiose grotte artificiali, con tanto di stalattiti (altrettanto artificiali).
Il giardino fu progettato in tre aree distinte: quella "inglese", quella "francese" e quella "mediterranea". Purtroppo con i lunghi anni di abbandono molte specie si sono perse ma ancora si possono ammirare degli immensi e splendidi ficus e una distesa di rosmarino e lavanda.
Il barone, grazie alla sua influenza politica, riuscì addirittura a far modificare il tracciato della ferrovia Ragusa-Comiso, in modo da ottenere una vera e propria "stazione ferroviaria privata" a circa 500 metri dal castello (stazione tuttora attiva).
Il castello non solo appare nella serie del commissario Montalbano (la terrazza panoramica ospita sempre Don Balduccio che beve una limonata sotto un grande ombrellone che lo ripara dal sole, mentre nel labirinto vengono ritrovati i corpi dei due coniugi protagonisti dell'episodio "La gita a Tindari") ma le sue sale hanno ospitato le riprese di decine di altri film. Perfino Luchino Visconti fece un'ispezione per vedere se il castello potesse offrire degli scenari per il suo "Gattopardo", ma lo stato di abbandono lo fece indirizzare verso altre location.
11 commenti:
bella la vita eh???????
....
ok ... lo so... da che pulpito viene la predica
Magnifique, a presto !
Foto incantevoli e post molto interessante!
Cosa mi sono persa accidentaccio!!!
di una bellezza imbarazzante!!!
grazie sempre!
un abbraccio
dida
simply fantastic!
bellissimo reportage jajo! mi ricordo il castello di Donnafugata, ci sono stata anni fa,era una delle mete del "pellegrinaggio nelle zone di Montalbano", che bei posti.....buon we, un abbraccio
C'è da rimanere incantati davanti alla bellezza e alla solennità di questo castello, a noi quando lo sentiamo nominare vengono in mente due cose, non solo la serie di Montalbano, ma prima ancora i Vini di Donna Fugata, per i quali abbiamo un debole.
Se l'estate prossima riusciremo a tornare in Sicilia, questa sarà sicuramente una delle nostre tappe!
Per quanto riguarda il pranzo al salone del Gusto, tu hai detto che ti saresti alzato e te ne saresti andato, guarda, ci avevamo anche pensato, tu avresti dovuto assistere alla scena delirante, c'era questa signora tra le organizzatrici che era esagitatissima e dava ordini a destra e manca, investendo chiunque, alchè non ce l'ho fatta più e le ho chiesto se non era forse ridicolo ed esagerato questo prostrarsi davanti a chiunque appaia in televisione, fosse anche un foruncolo o uno del grande fratello. Le ho detto, siete pronti a criticarli, ma appena vi si parano davanti non capite più niente. Luca mi strattonava, ma ero schifata, non sopporto certi atteggiamenti.
Ecco, questa è stata l'unica pecca del Salone, per il resto fra due anni penso che ci andremo davvero con la carriola!
Baciotti da Sabrina&Luca
BUSSOLA: ha parlato la "toscanaccia" :-)
MAITE: che piacere ! Si, a prestissimo ! :-)
GIROVAGA: grazie...
SARETTA: dai che ci si può sempre tornare :-D
DIDA: in effetti l'atmosfera è più vera e "vissuta" che non nelle sale della Reggia di Caserta: le stoffe, i drappeggi, il mobilio è tutto originale e si sente dall'"odore del tempo" :-)
ENRICO, CHIARA: verissimo !!
SABRINA: la penso come te, lo sai: purtroppo il "leccapiedismo" è dilagante, in ogni campo... Ma si danno la zappa sui piedi usando due pesi e due misure con i "personaggi" piuttosto che con i clienti veri !
P.s.: attenti che Donnafugata (azienda vinicola) però non c'entra nulla col castello: i loro vini li producono qui http://www.donnafugata.it/TpagineI135.html
Complimenti per le bellissime foto e il post molto interessante.
Donnafugata mi ricordava un vino e la curiosita' mi ha portato qui!
Ciao
Un posto davvero meraviglioso che di certo merita di essere visitato!
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