24 aprile 2009

MI DISPIACE, DEVO ANDARE.....

Una volta lo cantavano in "Tanta voglia di lei"... adesso a dirlo è stato il batterista storico del gruppo, Stefano D'Orazio. Ovviamente parlo dei POOH, il mio gruppo musicale italiano preferito (insieme ai Tazenda ed agli Stadio). Ultimamente in tv, dopo l'annuncio dell'abbandono del gruppo da parte di Stefano, ho visto gli altri tre abbastanza "tirati" in volto e, anche se tentavano di far vedere che accettavano la scelta con filosofia, c'era una punta di livore nei loro sguardi, un "come ti sei permesso di rompere il giocattolo". E forse, per ora, il più saggio mi è sembrato "DJ Francesco" (Facchinetti, il figlio di Roby, il tastierista del gruppo) che, intervistandoli in radio, ha detto a Stefano: "Resterai sempre il mio zio".
Certo capisco che dover interrompere un connubio che, almeno tra questi 4, dura da ben 39 anni sia duro da mandar giù ma, dopo oltre 43 anni di sogni, emozioni, musica e parole capisco che uno di loro possa dire: "Io mi fermo qui: da oggi penso alla mia vita ed a tutte le altre cose che ho sempre sognato di fare in questi anni ma ho accantonato per la carriera". Certo che Stefano D'Orazio di cose da fare, negli ultimi 40 anni, ne avrà accantonate parecchie; rinunciandovi per regalarci emozioni ogni volta che saliva sul palco. Ed io non posso che ringraziarlo per tutte le centinaia di volte che l'ho sentito picchiare i bastoncini su piatti, triangoli e tamburi.
Il gruppo che ha fatto la storia della musica leggera italiana sono convinto che andrà avanti ancora per un po', magari con un altro batterista, certo per loro non sarà lo stesso (e, forse, anche un po' per noi, ma sopravviveremo, come quando ci fu l'abbandono di Riccardo Fogli), ma sono sicuro che continuerà a darci ancora tante emozioni; e Stefano canterà con loro.... stavolta dall'altra parte del palco.
GRAZIE PER TUTTI QUESTI "ANNI SENZA FIATO" !!!

Foto da http://www.ilmiotg.it/

E questa è la lettera d'addio che Stefano D'Orazio ha scritto sul sito ufficiale del gruppo:

“Sono Stefano D’Orazio… Quello dei Pooh.

Sono al capolinea. Sto per scendere dalla grande astronave luminescente e fortunata che per tanti anni mi ha trasportato oltre le mie aspettative in una lunga avventura indimenticabile, spesso faticosa, quasi sempre straordinaria.

Un viaggio iniziato spensieratamente, quasi per gioco, in quel tempo in cui il mio futuro, sembrava essere così lontano che ero certo di potermi prendere tutto il tempo che volevo prima di affrontarlo. E così, in attesa di diventare “grande” e di fare “le cose per bene”, sono salito, tanto per farmi un giro, sul quel traballante ottovolante che, in quel tempo, solo in pochi chiamavano musica. Niente cinture di sicurezza e niente casco, ero leggero ed incosciente, senza bagagli, perché immaginavo non mi sarebbero serviti, d’altra parte al Luna Park non ci si porta neanche lo spazzolino da denti, si entra, si spara nel centro e se ti va di lusso vinci una bambolina e torni a casa che magari non s’è ancora fatta sera.
E invece no, all’improvviso l’ottovolante è diventato mongolfiera e forse spinto da venti di fortuna, ho cominciato a volare. Tra una nuvola e un temporale il mio pallone è diventato aeroplano e poi astronave, muovendosi per una rotta che non sapevo bene dove mi avrebbe portato, ma che avevo la sensazione che poteva essere quella giusta. E le cose sono andate.
Sono diventato un buon cliente di “Popland”, ho vinto telegatti e pesci rossi, ho raccontato le mie piccole fantasie a gente che forse, come me, aveva bisogno di piccole cose per addormentarsi felice.
Ho incontrato applausi e neve in autostrada, ho sorriso alle lucette rosse delle telecamere e ai miei amori importanti, ho rotto bacchette ed amicizie troppo grandi per sopportare le mie eterne lontananze, ho tenuto a battesimo i figli degli altri senza avere mai avuto il coraggio di farne uno mio, ho messo tutto il mio tempo e tutto il mio talento nella grande avventura che mi ha accompagnato fin qui stappando bottiglie frizzanti e qualcuna che sapeva di tappo e ho spento da poco 60 candeline rendendomi improvvisamente conto che tutto quello che potevo dire in questa fortunata dimensione, l’avevo già detto.
Non è facile decidere di dire basta quando tutto va alla perfezione, quando il successo con la esse maiuscola non sembra essere ancora stanco di accompagnarti, non è stato facile per me e so per certo che non lo è stato neanche per i miei “amici per sempre”, ma ho sentito l’irrefrenabile bisogno di mettere un punto alla mia vita e voltare pagina.
Il mio futuro non è più così lontano e tutte le “altre” cose che “prima o poi” mi ero promesso di fare pretendono di essere fatte.
Non so bene da dove ricominciare.
Forse scoprire il senso della noia, che non ho avuto mai il tempo di apprezzare.
Forse viaggiare accorgendomi magari che tutte le città che credo di conoscere, oltre ad uno stadio, ad un teatro o a un palasport, sono fatte anche di gente e di storia.
Forse finire di leggere tutti i libri che ho dimenticato aperti sui comodini degli alberghi.
Forse scrivere il “mio libro” sperando che qualcuno possa dimenticarlo aperto su qualche comodino.
Forse raccontare ai ragazzi cose di musica e di vita e riuscire a scommettere che a farcela possono essere più di uno su mille.
Forse semplicemente coltivare capperi a Pantelleria e la sera andare a cena da Mario.
Forse chissà, ma di certo c’è, che la mia stagione da Pooh è finita, senza colpe né rimpianti. Mi si è semplicemente spento quell’entusiasmo che è sempre stato il motore del mio fare.
Ero partito senza bagagli dicevo, ma strada facendo ho dovuto comprare parecchie valige per riuscire ad infilarci dentro tutto quello che mi accadeva, e oggi rovistando tra i ricordi mi sono reso conto che prima di scendere dalla grande astronave, devo dire tantissimi grazie.
In primis ai miei 3 compagni di viaggio senza i quali la mia mongolfiera non si sarebbe mai alzata da terra, hanno avuto l’incoscienza di credere ai miei voli pindarici e la pazienza di sopportare i miei ruzzoloni. Con loro ho trascorso i miei tempi migliori ed ho diviso il meglio di questa lunga storia.
Grazie alla mia famiglia, a mio padre e a mia madre che forse non volevano immaginare che avrei suonato il tamburo per tutta la vita, ma che anche oggi che non ci sono più continuano ad accompagnare il mio andare e mi hanno lasciato dentro il senso indelebile del vivere onesto.
Grazie al “popolo dei Pooh” che ha voluto farmi arrivare fino a qui.
Grazie a tutti coloro che hanno accompagnato le mie notti e i miei giorni di lavoro.
A quelli che si sono stancati con me per preparare i miei momenti migliori.
A quelli che senza mai prendere un applauso sono stati gli artefici di mille applausi.
Ai ragazzi che hanno smontato e rimontato mille volte le mie batterie.
A chi mi ha insegnato che la musica è il più bello di tutti i lavori.
A chi mi ha insegnato che questo lavoro non è solo musica.
A chi scrive sui giornali e che male o bene ha scritto di me.
A chi dalla radio o dalla televisione ha fatto arrivare alla gente le mie piccole storie.
Alla mia unica ed “eterna” casa discografica.
Ai collaboratori di ieri e di oggi.
Alle mie ragazze della “stanza dei bottoni”.
A chi è cresciuto accanto alla mia scrivania e oggi sa come si fa, molto meglio di me.
Grazie a tutti quelli che sanno che gli sono amico e che sanno che anche domani potranno contare su di me.
Grazie a tutti quelli che mi saranno amici anche domani.
Grazie, io scendo qui”.


Stefano D’Orazio

15 commenti:

Sabrina ha detto...

:(:(:(.....

graziella ha detto...

No! Non sarà più lo stesso!
Però confesso che ho pensato che questa sia anche una gran mossa per portare più gente al loro ultimo tour!
Grazie a Stefano comunque per averci regalato tante emozioni!
La sua "50 primavere" è una dolcissima dichiarazione!

elisa ha detto...

secondo me ci può stare che dopo una vita intesa e frenetica e piena di emozioni un'uomo decida di godersi un po' i ritmi di una via un po' più "normale"..
Bravo Stefano!

Kittys Kitchen ha detto...

Ciao Jajo! Volevo lasciarti un saluto di buon weekend!
Non amo i pooh, lo ammetto! Ma devo dire che le parole scritte da Stefano D'orazio mi sono piaciute!

sly ha detto...

be' secondo me i tre rimasti li hai visti un po' tirati non dalla rabbia, ma semplicemente dal lifting che si sono fatti ....hi!hi!anche perchè come racconta mio papa' a cui piacciono molto, lui se li ricorda quando io ancora non ero nata che suonavano in giro per le citta' su di un camion...ed ora hanno ancora l'aspetto di allora!ciao jajo, se ti è piaciuto il mio blog passa ancora a trovarmi ma solo per fare commenti cattivi (o critici)ok??!!

Acasadiross ha detto...

Anche io penso che a 60 anni si voglia fare altro... mi è piaciuto quello che ha scritto D'Orazio, e che dire... sopravviveremo anche a questo!! Ciaooo Jajo, a presto! Un bacione a Claudia!

Monica Bedana ha detto...

Ma semo mati???
Dimmi che è uno scherzo!!!!!!

JAJO ha detto...

SABRINA: :-( pure io, ho passato praticamente tutta la mia vita con la loro colonna sonora...

GRAZIELLA: anche io penso che non sarà lo stesso, inevitabilmente... Ma non penso che abbiano bisogno di una pubblicità tale, soprattutto vedendo che fanno sempre il tutto esaurito.
Negrini a parte i testi più belli dei Pooh sono proprio quelli di D'Orazio: 50 primavere è un concentrato di emozioni e di verità, così come trovo bellissima "La legenda di Mautoa" (Boomerang, 1978).

ELISA: perfettamente d'accordo, il suo lavoro l'ha fatto... largo a X Factor ora :-)

KITTY: forse un po' retoriche ma con tante verità...

SLY: hahahahahaha; anche Baglione ha iniziato su un camion :-D Va bene: solo commenti "piccantelli" :-D

ROSS: come per Elisa :-D

CANNYYYYY: e no ! Purtoppo è vero ! Ci rimane solo un presidente del consiglio canterino ora :-D

MilenaSt ha detto...

Crolla un mito, nel senso che tanti anni vissuti insieme, quasi in simbiosi, li facevano apparire immutabili, ma è legittimo da parte di S. D'Orazio aspirare e pretendere un rinnovamaneto :-))

Antonella ha detto...

Quando ero piccolina mi piacevano molto..............era pure ora che andassero in pensione :D :D :D
Ciaooo

Unknown ha detto...

beh... secondo me è stata una bella scelta.. insomma... dopo una vita dedicata alla musica e al suo gruppo ci sta anche iniziarne una nuova, magari insieme ad un compagno di viaggio ed insieme gironzolare per il mondo... o no???
ma tu che ami i pooh... posso farti una domanda...
ma perchè la maggior parte delle loro canzoni parla di tradimenti???

JAJO ha detto...

LENNY: d'accordo con te, anche se erano oramai un'istituzione :-D

ANTOOO: sii... è crescendo che sei peggiorata :-PPPPP

SPLENDOREEE: un "compagnO" ?! :-D Perfettamente legittimo dopo tante serate sul palco...
Tradimenti? Ma sai che me lo sono chiesto anche io... Magari hanno la "coda di paglia" hahahahaha

Antonella ha detto...

Ancorche’ esangue
minuto e pingue

di cronica fralezza
questantue tenerezza

pur nella declivita’
irta di asperita’

quasi in perenne coma
che ogni ardimento doma

benche’
mutilata e’ speme
e dimidiato e’ seme

un vulnus sempre aperto
un nervo ormai scoperto

cogente interazione
calcistica eruzione

somatica elisione
potenza in dispersione


BENCHE’ la realta’
mortifichi il blasone

e mostri l’irrisione
violenti ogni pulsione

non e’ nave che s’incaglia
non e’ asino…non raglia


quest’arida paglia
al TORO non s’attaglia

alla sua splendida maglia
che fu onore d’itaglia

al suo fuoco sacrale
al suo aspetto regale


giacche' questa casacca

e' una seconda pelle
dal dorso non si stacca
e’ sangue di ribelle!!!

no ..non e’ vecchio tessuto
liso…consunto vissuto
incarna la poesia
una fiaba una magia

come una barbatella
di vite la piu’ bella


vuole fatica terra
non lesinar sudore

chiede passione
cuore…
e una parola
amore




come un grande NEBBIOLO
il gran vino dei re

un rosso assai granata
nettare di grande annata

al cui solo cospetto
oh gobbo
tu negletto

fai appena la figura di un pallido Dolcetto




e tu

mio caro jacopetto
laziale dirimpetto

onesto curvarolo
enclavico mai solo

tu aquilotto audace
cazzuto e assai mordace

laziale contumace
stilema di un rapace

lo stigma di chinaglia
onora la tua maglia

che brucia come paglia
un’onda gia' si staglia

un cuoco biancazzurro
per me dolce sussurro


onorero’ il tuo desco
seduto sopra un pesco


maritozzo antonella cancerina

JAJO ha detto...

E' andato giù a litri, stasera, il Nebbiolo eh !?!?!
Io so de' 'a Lazzie quanto tu sei della Fiorentina... dopo quest'ode al glorioso Toro (sinceramente una squadra che ho sempre amato anche io: retaggi inconsci di Superga ?)

Sere ha detto...

Grazie Jajo... la lettera di Stefano non l'avevo letta...
non saranno più i nostri Pooh... ma chissà...