20 marzo 2008

RIMEMIAMOCI BIS

E si, perchè sinceramente ci avevo pensato ma poi avevo preferito segnalare altre cose: una cosa che amo, molto più di altre (quindi fuori classifica), e non poteva essere altrimenti considerando come ho sempre vissuto lo sport nella mia vita (praticandolo o guardandolo), è il Rugby, che trova la sua sublimazione nel Torneo delle 6 Nazioni più ancora che nei campionati del mondo. Di questi tempi non è facile vedere oltre 80.000 persone andare allo stadio insieme e, soprattutto, insieme, magari ridendo e bevendo birra placidamente, tifare ognuno per la propria nazionale senza il timore di doversi difendere da assalti fisici o verbali in caso di segnatura della propria squadra. Anzi: i tifosi del rugby applaudono gli avversari in modo sportivo, sempre... perchè il rugby, in fondo, più che uno sport è uno stile di vita, una filosofia che affratella genti di popoli diversi... Avete mai visto dei rugbysti protestare contro l'arbitro o dei tifosi contestare una decisione del T.M.O. (la moviola in campo)? E cosa dire del "terzo tempo" quando, a fine partita, si va tutti insieme (e questo avviene dalla categoria pulcini alla nazionale) a brindare e chiacchierare insieme, giocatori, tifosi, simpatizzanti nei tendoni o nei locali appositamente allestiti...
Eppure nel rugby sono ancora vivissime rivalità politiche e culturali vecchie di secoli: la lotta per l'indipendenza della Scozia dall'Inghilterra, vecchia di quasi 700 anni, rivive ogni anno, all'interno del 6 Nazioni, con l'assegnazione della Calcutta Cup (trofeo assegnato alla vincente dell'incontro Scozia-Inghilterra; come pure il Triple Crown, assegnato alla nazione britannica che nello stesso anno batte le altre tre o il Trofeo Garibaldi, assegnato alla vincitrice dell'incontro Francia - Italia; e come dimenticare il Cucchiaio di legno, l'ideale trofeo che "vince" chi perde tutte le partite di una unica edizione).
Per non parlare poi del significato profondo che ebbe la partita disputata nel 2007 al Croke Park di Dublino, dove si tornò a giocare una partita di rugby (per ironia della sorte proprio Irlanda - Inghilterra) dopo oltre 80 anni. Infatti, in questo stadio, il 21 novembre 1920, avvenne un massacro, da parte della Polizia Ausiliaria del Regno Unito, che entrò sul terreno sparando indiscriminatamente sulla folla uccidendo 13 persone durante la partita di calcio gaelico Dublino-Tipperary. I morti furono 12 spettatori ed un giocatore, Michael Hogan. Quest'ultimo, capitano del Tipperary, diede il nome alla tribuna Hogan costruita tre anni dopo. Questi spari, nel giorno che divenne famoso come uno dei Bloody Sunday (Domenica Insanguinata, l'altro del 30 gennaio 1972 è stato celebrato anche in una famosissima canzone degli U2), furono una rappresaglia per l'omicidio di 13 ufficiali di polizia per mano della banda di Michael Collins il giorno prima.
E bisogna tener presente che il rugby è l'unico sport in grado di unire le due "Irlanda": infatti esiste una sola nazionale Irlandese di rugby, che unisce EIRE ed Irlanda del Nord (per questo prima delle partite dell'Irlanda nel 6 Nazioni vengono suonati 2 inni e per questo vedrete comunque la maggior parte dei giocatori intonare un inno piuttosto che l'altro).

Vi consiglio veramente di assistere ad una delle partite del 6 Nazioni, se non dal vivo anche solo in tv: anche da lì riuscirete a coglierne le emozioni e la spontaneità.

E quanto sono belli gli inni delle squadre....: da brividi Flower of Scotland con i tamburi della banda sul prato, le cornamuse sul tetto di Murrayfield e 80.000 pazzi che cantano!!!

FLOWER OF SCOTLAND

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