Con la nazionale svedese, nella quale raggiunse le 21 partite segnando 10 reti (non venne convocato per anni e non partecipò ai mondiali del 1950 e del 1954 perchè considerato "professionista", giocando nel Milan), vinse la medaglia d'oro alle Olimpiadi di Londra del 1948, e giunse secondo, da capitano, ai mondiali del 1958, giocati in casa ma persi in finale 5-2 dal Brasile (portò in vantaggio la Svezia poi venne sostituito per infortunio); in entrambe le manifestazioni segnò due reti.
Dotato di grande classe e potenza (da bambino si allenava scalzo a calciare il pallone di cuoio, ghiacciato) nonchè di una notevole visione di gioco, divenne poi allenatore. Allenò il Milan, il Verona, il Monza, il Varese, la Fiorentina e la Roma, vincendo il campionato con il Milan nel 1979 (anticipando di quasi trent'anni Spalletti, per necessità visto l'infortunio di Rivera, schierò per buona parte della stagione una squadra senza attaccanti ma con un gran numero di mezzepunte vincendo il decimo scudetto rossonero) e con la Roma di Dino Viola, dopo un'astinenza per la squadra capitolina durata 41 anni, nel 1983. Fu, di fatto, l'inventore di quello schema calcistico a "ragnatela", ormai adottato in tutto il mondo, chiamato "zona" (da lui inventato "per non dover perdere tempo a studiare le tattiche di marcatura degli avversari"). Quando un suo calciatore esultava, dopo aver segnato un gol, lui lo ammoniva dicendogli "Ricordati che segnanto tu hai perso il possesso del pallone" oppure dicendo "Io da ragazzino segnavo 100-110 gol a campionato: mica potevo esultate per tutti i gol. Che nella pallacanestro si esulta per ogni canestro fatto?".Curiosità: allenò la Roma in 4 occasioni: dal 1973 al '77 (8° - 3° - 10° - 8° posto), dal '79 all'84 (anno in cui la portò fino alla finale della Coppa dei Campioni, persa poi proprio a Roma, ai rigori, contro il Liverpool) (7° + Coppa Italia - 2° + Coppa Italia - 3° - Campione d'Italia - 2° + finale di Coppa Campioni con il Liverpool + Coppa Italia) , dall'87 all'89 (3° - 8°) e, per una breve parentesi con Sella, nel 1997 (13°). La curiosità maggiore che riguarda Nils Liedholm è però quella relativa alla scaramanzia: in questo era molto più Napoletano che Svedese. Si fidava ciecamente del "Mago Maggi" da quando questi lo aveva guarito dall'ulcera. Prediligeva calciatori che, come lui, fossero della Bilancia; prima di una partita, negli spogliatoi, metteva in fila ordinata tutte le scarpe dei propri giocatori; aveva il terrore di determinati numeri (tanto che quando la squadra alloggiava in albergo rifiutava di far entrate in determinate stanze i suoi giocatori). Sempre per scaramanzia non si presentava mai agli allenamenti quotidiani (spesso anche in estate) senza il suo immancabile zuccotto giallorosso, con tanto di pon pon, fatto a mano. (Ed in fondo è così che mi piace ricordarlo: il signore di un calcio senza tempo). Che fosse pieno di ironia lo testimoniano anche le mille battute rilasciate, sempre con un filo di voce e grande signorilità, durante le interviste ma anche il fatto che partecipò al film comico di Lino Banfi (che "scimmiottava" Oronzo Pugliese) "L'allenatore nel pallone"(divenuto poi un film di culto) . Il suo grande amore degli ultimi decenni fu "la vigna": lasciato, infatti, il mondo del calcio Liedholm acquistò un'azienda vinicola a Cuccaro Monferrato.
Malgrado abbia passato in Italia gli ultimi 60 anni di vita, la Svezia gli ha dedicato un francobollo, visto che è a tutt'oggi considerato il più importante calciatore svedese di sempre.
Addio Barone, gentiluomo del calcio.
PS: Oggi giornata nera per il calcio: è morto anche Roberto Bortoluzzi, voce storica della Rai. Per diversi anni (28 !!) condusse la mitica trasmissione della radio "Tutto il calcio minuto per minuto".
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