26 luglio 2010

CUCINA ROMANA - LE PUNTARELLE

Si, lo so, come direbbe Di Pietro: "E mo' che c'accezzano le puntarelle a fine luglio?". E io, "cavaliernanescamente" parlando, direi "Mi consenta: perchè, non lo gradirebbe un piatto di puntarelle bello fresco, con questo caldo?"
In effetti magari c'azzeccano poco, ma questo post era in stand by da qualche mese e me lo tenevo buono proprio per rinfrescarmi in un afoso giorno d'estate, magari quando fa talmente caldo che.... "stàmo a ffa' 'a colla".
Il fatto è che le puntarelle, su una tavolata romana, non possono proprio mancare: sempre pronte a sgrassare (!?) la bocca dopo uno dei classici primi, in genere belli pesantucci, della tradizione romana ed ottimo accompagnamento a qualunque secondo, da una bracioletta d'abbacchio fritta ad una fettina in padella.
Tecnicamente trattasi dei germogli più teneri della "catalogna", o "cicoria asparago a costa larga", che, una volta tolti e "sfilettati" vengono immersi in una insalatiera colma di acqua e ghiaccio. Il freddo li farà arricciare dando ai filetti la loro forma caratteristica.

PUNTARELLE ALLA ROMANA "ALLA JAJO"


INGREDIENTI (per 4 persone):
due sacchetti di puntarelle già sfilettate e lavate (circa 700/800 gr.)
uno/due spicchi d'aglio
olio e.v.o. (di buona qualità, circa un bicchiere)
due o tre alicette sott'olio
due rossi d'uovo sodi (per la versione "alla Jajo")
un pizzico di sale ed uno di pepe nero appena tritato
(volendo un cucchiaio d'aceto)

PROCEDIMENTO: disporre le puntarelle, allargandole con le mani, in una capace insalatiera.
In una ciotolina schiacciare, con una forchetta, le alicette, aggiungendo circa un bicchiere (scarso) di olio E.V.O. ed un cucchiaio di aceto. Aggiustare di sale e di pepe aggiungendo anche l'aglio (a seconda dei gusti questo si può schiacciare, dopo avergli tolto la parte centrale, tagliare a piccoli pezzettini o a metà, o anche lasciando intero lo spicchio, in modo da poterlo poi togliere una volta insaporita la salsina.) Si può usare anche dell'olio aromatizzato a freddo proprio con dell'aglio.
Volendo seguire la ricetta di origine romana, però molto più pesante, si dovrebbero pestare a mortaio l'aglio e le alicette diliscate con un cucchiaio di olio, fino a creare una pasta, che andrà poi diluita a piacere con altro olio.
Versare la salsina ottenuta sulle puntarelle e mescolarle per bene.
E' importante anche, a questo punto, lasciarle "decantare" per un'oretta almeno, in modo che le puntarelle possano ammorbidirsi ed impregnarsi del condimento.
La "variante Jajo" prevede che nella ciotolina vengano schiacciati con la forchetta anche due rossi d'uovo sodo oppure che questi vengano sbriciolati con le mani sopra le puntarelle già condite con la salsina.
So che qualcuno arriccerà il naso ma... provare per credere !

22 luglio 2010

ASPARAGI BIANCHI CARAMELLATI "VALKYRIE VERSION"

Un altro bel contornino "estivo" (!!! ma, in fondo, perchè rimanere legati alla stagionalità dei prodotti? Mi piacerebbe rifarla proprio ora, questa ricetta, per gustarla fredda) provenitente dritto dritto dall'... "archivio della salvezza" (e dal blog della "valchiria dagli occhi di cielo").
In modo molto poco originale, infatti, l'idea l'ho copiata proprio dalla cara amica Alexandra: ecco i suoi....

ASPARAGI CARAMELLATI ALL'ARANCIA CON GRANELLA DI PISTACCHI


INGREDIENTI (per 3 persone):
un mazzo di asparagi bianchi
zucchero di canna (un cucchiaio)
miele d'arancio (un cucchiaio scarso)
il succo di un'arancia
polvere di buccia d'arancia

una manciata di pistacchi di Bronte
un cucchiaio di vino bianco
un paio di cucchiai di olio al peperoncino

PROCEDIMENTO: certo purtroppo io non ho il suo fornitore diretto ma i miei asparagi provenivano dritti dritti da un caro amico, praticamente uno zia acquisito, che si è trasferito anni fa a Padova. Essendone arrivate due cassettine mi sono subito "lanciato nella copia" (questa ricetta risale ad inizio maggio 2010).
Ho pulito gli asparagi, fino ad un paio di centimetri dalle punte, con un pelapatate e li ho tagliati in diagonale.
Ho messo in una capace padella il cucchiaio di vino bianco ed un paio di cucchiai di olio (che avevo aromatizzato a freddo, tempo fa, con aglio, olive nere essiccate e peperoncino) e vi ho saltato velocemente gli asparagi facendoli dorare.
Quando gli asparagi hanno iniziato a cacciare un minimo di acqua di vegetazione ho aggiunto il cucchiaio di zucchero di canna e quello di miele, continuando la cottura per un paio di minuti, mescolando, finchè il fondo non ha iniziato a sfumare.
A questo punto ho aggiunto
la polvere di buccia d'arancia essiccata, il succo dell'arancia, un po' della polpa grattata dai bordi della buccia (ne rimane sempre un po' non spremuta) ed ho aggiustato di sale.
Ad un paio di minuti dalla fine della cottura ho aggiunto un paio di cucchiai di grossolana granella di pistacchi di Bronte, che nostra figlia aveva riportato dopo Pasqua da Catania.
E il contorno, gustoso e croccante, è pronto: grazie del'ennesima dritta, Alex.

15 luglio 2010

INTERMEZZO CIOCCOLATOSO

Tanto per tornare a postare qualcosa di mangereccio (in casa c'è veramente un caldo troooooooppo appiccicoso per poter aver voglia di cucinare qualcosa di più impegnativo) mi affido all' "archivio giacente" e, quindi........

BARRETTE DI CIOCCOLATO CON FRUTTA SECCA


INGREDIENTI:
cioccolato fondente 70% (quantità a piacere)
frutta secca a piacere

PROCEDIMENTO: fondere il cioccolato a bagnomaria (attenzione a non far MAI venire a contatto il cioccolato con dell'acqua) portandolo fino alla temperatura di 43°; versare i due terzi del cioccolato su di una superficie fredda (io uso il retro di una teglia da forno) e stenderlo e riammassandolo ripetutamente con due spatole di metallo, fino a farlo scendere alla temperatura di 29°. A questo punto riunire i due terzi di cioccolato con il terzo lasciato nel pentolino e mescolare per amalgamarli bene.
Colare il cioccolato negli stampi e disporvi sopra la frutta secca: uva sultanina (magari ammollata nel rhum o nel whisky), pinoli, pistacchi di Bronte, nocciole, mandorle.....
Cercare di attendere che il cioccolato solidifichi e poi gettarsi a capofitto sulle barrette !


09 luglio 2010

CIAO LELIO

Lo so, sarò "vecchio" ma ho sempre amato un certo tipo di musica, di televisione e di persone.
Adoro Renzo Arbore ed il suo modo di reinterpretare le canzoni della tradizione napoletana e quelle degli anni dal 1920 al 1950; adoro il Quartetto Cetra, tanto da essermi "accattato" tutti quei meravigliosi filmati di "Biblioteca di Studio Uno" e diversi loro dischi; adoro perfino i valzer della dinastia Strauss, e il Concerto di Capodanno è un must immancabile. Mi piaceva da morire la voce calda e garbata di Nicola Arigliano o lo swing di Benny Goodman, Artie Shaw, Glen Miller o Tommy Dorsey... (cliccando sui loro nomi sentirete le loro 4 versioni della splendida "Stardust").
E così mi mancherà molto Lelio Luttazzi, che ci ha lasciato ad 87 anni splendidamente portati.
L'ho "conosciuto" agli inizi degli anni '70 quando, lavorando i miei genitori, andavo, uscito dall'asilo e poi dalle elementari, a pranzo dai miei nonni, che abitavano alla scala a fianco alla nostra. Nella loro immensa cucina (che ricordo in ogni minimo dettaglio malgrado siano passati 25 anni da quando lasciarono quella casa) "troneggiava", su una mensolina di vetro a quasi due metri di altezza, vicino la porta, una piccola radio "Autovox" dalla quale ogni venerdì, proprio all'ora di pranzo, uscivano le note della trasmissione "Hit parade", presentata (dal 1967 al 1976) dalla voce di Luttazzi.
Per me quella trasmissione, come "Alto Gradimento" della banda Arbore, rimane uno dei ricordi più belli e fermi dell'infanzia, tanto che l'ho seguita fino all'ultima puntata (ed anche negli anni seguenti, quando altri presentatori la ripresero, con l'aggiunta della classifica dei "Long Playing" e poi dei "Dischi Caldi", cioè le canzoni che occupavano le posizioni dalla 11 alla 20 e che si apprestavano ad entrare nelle prime 10, o dalle quali erano appena uscite).
La carriera del triestino Luttazzi, durata oltre sessant'anni, parte da lontano: la sua prima formazione musicale avvenne grazie a don Crisman, il parroco di Prosecco, che gli impartì lezioni di pianoforte. Nel 1943, a vent'anni, con alcuni compagni di università si esibì al teatro Politeama in uno spettacolo musicale, in occasione del concerto di Ernesto Bonino, che rimase colpito dalla bravura di Luttazzi al punto di chiedergli di comporre una canzone per lui. Cosa che Lelio fece, anche se con poca convinzione, ma nel 1944 Bonino, cui era piaciuta, la incise: era la celeberrima "Il giovanotto matto", e divenne un grande successo, tanto che, dopo la guerra, Luttazzi apprese dalla SIAE di aver maturato diritti d'autore, per tale canzone, per la cospicua somma di 350.000 lire. Questa fu la molla che lo fece decidere di fare il musicista di professione; nel 1948 si trasferì a Milano ed iniziò a lavorare con il concittadino Teddy Reno presso la casa discografica CGD, con l'incarico di direttore musicale. Nel 1950 a Torino assunse l'incarico di direttore dell'orchestra d'archi della RAI: da lì iniziò una carriera strepitosa che lo portò ad avere successo nei concerti dal vivo come in televisione o alla radio.
Scrisse canzoni dal carattere apertamente jazzistico/swingato, interpretandole al pianoforte e cantandole in uno stile molto personale e cortese. Tra i suoi brani più famosi: "Una zebra a pois", cantata da Mina, "Vecchia America" per il Quartetto Cetra, "Eccezionalmente, sì" per Jula De Palma, "You'll say to-morrow" registrato in italiano da Sophia Loren, "Souvenir d'Italie", per concludere con la divertente "El can de Trieste", da lui stesso cantata in dialetto triestino.
Negli anni 1954-56 lavorò nel programma radiofonico a quiz “Il motivo in maschera”, presentato da Mike Bongiorno, mentre il debutto televisivo, come direttore d'orchestra, avvenne con "Musica in vacanza", del 1955, programma di varietà settimanale, condotto con l'indimenticato e simpaticissimo Gorni Kramer. Presentò poi trasmissioni come "Studio Uno", con Mina, "Doppia coppia", con Sylvie Vartan, "Teatro 10", "Ieri e oggi".
La sua bella presenza e la sua bravura lo portarono perfino ad interpretare parti da attore in film come "L'avventura", di Michelangelo Antonioni, e "L'ombrellone", di Dino Risi, oltre che, in televisione, in "Biblioteca di Studio Uno" con il Quartetto Cetra, dove interpretò la parte di messer Alvise Guaro nella puntata dedicata al "Fornaretto di Venezia".
Compose, inoltre, colonne sonore di film tra cui "Totò, Peppino e la malafemmina", "Totò lascia o raddoppia?" e "Venezia, la luna e tu".
Sicuramente la trasmissione che gli diede la notorietà fu la radiofonica "Hit parade", la vetrina settimanale dei dieci dischi più venduti in Italia. La presentazione: "Lelio Luttazzi presenta...: Hiiiit Paaarade!" preannunciava ogni settimana l'appuntamento seguito da un altissimo numero di ascoltatori. A quel punto partivano le note della splendida "Rock around the clock", di Bill Haley (e dei suoi "Comets"): e per me questa canzone sarà sempre.... "HIIIITT PAREEEIIDD" !!!!!

07 luglio 2010

IL PIATTO NAZIONALE TEDESCO...

Il mitico POLPO PAUL è l'indubbio eroe dell'estate 2010.
Per i tedeschi lo è stato fino a stasera, pronosticando l'esatto risultato di ogni partita della nazionale tedesca ai Campionati del Mondo di Calcio. Ma da domani presumo che da eroe nazionale passerà ad essere...... piatto nazionale !!!
Il povero, eroico, polpo aveva infatti pronosticato il passaggio della Spagna in finale, a scapito della Germania, cosa puntualmente avvenuta stasera: Spagna - Germania 1-0.
Io, invece, da parte mia, il mio pronostico l'ho azzeccato già dal 28 maggio 2010: avevo scommesso che la finale sarebbe stata Olanda-Spagna...... e così sarà...
Ecco le prove !!!
Prenderò giusto due lire, perchè ho scommesso poco, ma vuoi mettere la soddisfazione ?!
Magari me ce compro....... UN POLPO !!! hahahahahahaha



FINALE MONDIALI DI CALCIO 2010

06 luglio 2010

BOLOGNA LA ROSSA

Finalmente, dopo i milioni di promesse fatte al cugino (che ci vive da anni) di Claudia ed alle iscritte alla Sezione di Bologna del mio

jajo fan club

siamo riusciti a fare quei circa 400 chilometri che ci separano da Bologna, e che purtroppo sembrano ancora di più a causa della perenne coda autostradale che si incontra da "Firenze Certosa" a Firenze Nord, per non parlare dei 9 autovelox in 12 chilometri di autostrada sui saliscendi del Mugello. E taciamo degli infiniti cantieri autostradali...
Ringraziando ancora una volta per l'ospitalità, oltre i parenti, le splendide Irene e Sabrina, finalmente conosciute di persona, ed i grandiosi Divini, che ci hanno fatto conoscere un posticino per il quale varrebbe la pena farsi tutti quei chilometri che ci separano in un battibaleno, diamo inizio alle danze fotografiche.
La caratteristica principale di Bologna è il centro storico quasi interamente porticato e, sotto i vari portici, si possono ammirare lampioni, lumi, portoni, maniglie, negozietti particolari che attirano tanto i nostri obbiettivi...
Quindi eccovi un vasto campionario di maniglie, portali, lampioni, scorci, amenità, scritte e negozietti del centro di Bologna. E non potevano mancare la Torre degli Asinelli, la Garisenda, Piazza Grande...

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Il cortile dell'Archiginnasio...

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Fino ad arrivare al meraviglioso Portico di San Luca, opera del XVII° secolo, che, con un percorso di quasi 3900 metri, interamente coperto, conduce da Porta Saragozza, ai limiti del centro storico, fino al Santuario della Madonna di San Luca. Il portico, che conta 666 arcate e 15 cappelle, oltre ad innumerevoli targhe commemorative delle tante opere di restauro finanziate dai cittadini bolognesi nel corso dei secoli, fu edificato proprio grazie alle "limosine de più cittadini e paesani" e si inerpica fino agli oltre 300 metri del Colle della Guardia. Ogni anno, il sabato precedente la quinta domenica dopo Pasqua, l'icona della Madonna viene portata in processione, lungo tutto il percorso del porticato, fino a Bologna dove, dal sagrato della Basilica di San Petronio, viene impartita una benedizione alla città. Quindi, dopo una settimana dalla prima processione, la Madonna viene ricondotta al Santuario.

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E qualche scritta curiosa...

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L'importante è.....la fedeltà.

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