21 agosto 2006

ANCORA PUGLIA - Giugno-Luglio 2006

Mi limito a descrivere lungamente ma sommariamente le esperienze gastronomiche della nostra vacanza Pugliese, omettendo (per brevità !?!), la descrizione delle meraviglie naturali

Artistiche ed architettoniche

della Puglia, che lascio a voi scoprire: vi bastino dei semplici nomi della fascia di Puglia visitata quest’anno:
Locorotondo,

Martina Franca,

Ostuni,

Fasano con il suo splendido Zooparco (con gli animali in libertà, la sala tropicale, quella degli uccelli, quella delle farfalle e quella degli alligatori)


Alberobello,

Castellana Grotte,

Polignano a Mare,

e poi le (purtroppo, ma sarà per la prossima volta) non visitate, Monopoli, Bisceglie, Molfetta, Trani, Lecce, Brindisi, Andria, Castel del Monte…

Iniziamo a tessere le lodi dell’ospitalità e della cucina pugliese da L’Antica Locanda, a Noci: locale caratteristico con volte a botte in tipica pietra gialla pugliese e le fresche salette, che si susseguono nel labirintico interno. Come aperitivo una ragazza ci porta del vino bianco frizzante (che poi adottiamo per il pranzo), con polpettine minuscole e deliziose fatte con carne, mollica di pane e verdure, poi le immancabili e saporitissime olive verdi e in salamoia, lupini e taralli. Proseguiamo con tre zuppette di cavatelli, cozze e cannellini, di cui una senza fagioli. Il tutto ci viene servito in caratteristici piatti in terracotta. Di secondo, essendo le mie donne già sazie (visti gli antipasti stuzzicosi ed abbondanti), prendo una tagliata all’aceto balsamico: è talmente enorme che la dividiamo poi in tre. Avremmo voluto provare almeno alcune delle loro tante proposte di carne (tra cui agnello con patate al forno, coniglio alle erbe, braciolette al sugo e trippa) ma eravamo veramente già pieni per poter andare oltre. Con due bicchieri di liquore di mandorla, due caffè e un bel piattone di pasticceria secca (biscottini di pasta di mandorle veramente ottimi), spendiamo 45 € (classici prezzi bassi pugliesi). Possiamo ben confermare, quindi, la scritta che accoglie i visitatori all’entrata del territorio di Noci “Città dell’enogastronomia”.
Da menzionare senza alcuna ombra di dubbio è anche l’Oasi del Riccio dei fratelli Cipriani, in Contrada Forcatella, sulla litoranea che unisce Torre Canne di Fasano (nostro punto d’appoggio) a Savelletri. Si tratta, dei 4 locali (“L’oasi del riccio”, “Alba chiara”, “Il principe del mare” e “Ricciolandia”), sicuramente del più rustico e “approssimativo”, in quanto si tratta semplicemente di un basamento di cemento, vicino a due costruzioni prefabbricate, coperto da una tettoia in ondulato, praticamente a picco sul mare, che dista non più di 7-8 metri dai tavoli. Si cucina esclusivamente pesce freschissimo (in effetti, forse, non ho mai mangiato, neanche a Mazara del Vallo o a Stromboli, del pesce con tale sapore). La particolarità, come si può leggere qui, è che questi punti di ristoro posti sulla litoranea tra Savelletri e Torre Canne e soprannominati “Ricciolandia”, per determinazione comunale sono stagionali, quindi attivi da giugno a settembre, e dovranno essere smantellati entro la fine del mese di Ottobre. Un paradiso temporaneo…

In questo posto ci siamo venuti due volte: sia perché merita veramente un “ritorno”, sia perché la prima volta che ci abbiamo mangiato era ancora giugno e c’era il fermo biologico per i ricci di mare che, quindi, non erano in menu. Poco male perché io ho optato, dopo le abituali olive d’apertura, per un veramente superlativo ed infinito piatto di spaghetti con le vongole e, di secondo, per un polipo arrosto (condito solamente con una leggera marinatura di olio, limone, sale e pepe). Le mie donne hanno scelto: Claudia un polipo arrosto e verdure grigliate e Michela una frittura mista, dopo una insalata di mare d’apertura. Con un vino Locorotondo bianco della casa, acqua e due caffè, il tutto praticamente a meno di dieci metri dal mare che batteva sugli scogli, per SOLI 39€ !!! La seconda volta abbiamo preso tre spaghetti ai ricci di mare (conditissimi, non con una sola minima traccia di ricci come ci era capitato ad Otranto, e con un notevole sapore di mare), 10 ricci io e Claudia (freschissimi ed a 30 centesimi l’uno!), due polipi alla brace ed una frittura mista (buona per 2 persone), sempre con acqua, vino e caffè…….61€. Un posto dove fare un abbonamento per tutta l’estate !!
Subito dopo l’Oasi del riccio c’è “Il Principe del Mare”: abbiamo provato anche questo, ovviamente J : solite olive d’apertura seguite da un discreto fritto di moscardini ed un piatto di cozze panate (ottime). Di primo due spaghetti allo scoglio, con gamberetti, cozze e calamaretti, seguiti da due fritture miste e una spigola arrosto. Il prezzo della cena è allineato a quello dell’Oasi del riccio (48 €) che è, comunque, da preferire come qualità della materia prima e cucina.
A parte gli androni dei palazzi che sono arredati come dei salotti, con sedie, poltrone e fiori, e dove la sera i condòmini si riuniscono a chiacchierare ed a prendere un po’ di fresco, un’altra simpatica caratteristica della Puglia che abbiamo potuto notare è che a chiusura della bottega, intorno alle 20, i macellai allestiscono all’esterno del negozio un forno a legna o una griglia, su cui cuociono direttamente gli spiedini di carne da loro preparati: ci si siede tutti insieme su delle panchine o ad un tavolo che viene messo sul marciapiede e si mangia in compagnia carne alla brace, accompagnata da formaggi, olive e vino: questa usanza viene definita “fornello pronto”.
Un altro paio di posti che sicuramente sono degni di essere segnalati sono a Locorotondo, splendido paese giustamente facente parte del club “I più bei borghi d’Italia”: il primo è la Bottega di Alfredo, una enoteca, con vendita anche di prodotti tipici (e da coltura biologica) della zona. Appena si entra si è colpiti dal tono di voce, dall’amore e dalla competenza con cui Alfredo Neglia parla della sua bottega e dei prodotti che vi espone, elencandone le caratteristiche e mettendoli a confronto con altri prodotti della stessa tipologia. Sono veramente notevoli e coinvolgenti la cortesia e l’amore che Alfredo mette nel proprio lavoro, ed i ricarichi sui vini (sono in vendita vini ed olii delle maggiori aziende pugliesi) sono veramente quasi nulli.
Altro posto, come da Alfredo ed all’Oasi del riccio, in cui non abbiamo potuto fare a meno di tornare, è stata la Taverna del Duca, della simpaticissima e solare Antonella, e di sua figlia studentessa, che le da una mano a servire ai tavoli se il locale tende al pieno.

Antonella in una pausa di riposo prima di sfornellare.


La cucina di Antonella, donna veramente vulcanica, solare ed estremamente dolce sotto la scorsa apparente, è una cucina legata fortemente alla tradizione. Niente menù, i piatti cambiano ogni giorno, ma sempre rigorosamente legati al luogo in cui ci troviamo: il motto del locale, che Antonella ha “recitato/imposto” ad un gruppo di veneti, i cui bambini chiedevano Coca Cola, è: “IN QUESTO LOCALE… NO COCA COLA, NO PANNA, NO BESCIAMELLA, NO SCHIFEZZE”. Da parte mia le ho anche messo paura perché la frase mi aveva colpito talmente che me la sono segnata sul mio quadernetto degli appunti gastronomici (so’ maniaco lo so!): Antonella, pensando fossi del Gambero Rosso o di una qualche guida similare, mi si avvicina, un po’ timorosa un po’ battagliera, e mi chiede “E tu che scrivi?!, non sarai mica un ispettore del Gambero Rosso o de l’Espresso pure tu? Qui ne arrivano ogni tanto e si mettono tutti a scrivere; mi fanno venire l’ansia”. La rassicuro sul fatto che mi ero semplicemente segnato la sua “frase/filosofia di vita” e si prosegue la serata come tra vecchi amici, con Antonella che viene ad illustrarti il suo menu mettendoti una mano amichevolmente sulla spalla. Altra caratteristica di Antonella è che, andando contro i suoi stessi interessi, ti consiglia caldamente di non esagerare con le ordinazioni perché le sue porzioni (soprattutto per quanto riguarda gli antipastini la sera, sono abbondanti e per lei è un vero e proprio colpo al cuore dover buttare qualcosa che il cliente ha dovuto lasciare nel piatto perché ormai sazio: preferisce rimetterci economicamente piuttosto che sprecare qualcosa cucinato con passione, bravura e semplicità. Penso che questo dica tutto (in senso positivo) del locale e di chi lo gestisce amorevolmente. In effetti Antonella non vuole conquistare il cliente con sotterfugi, abbindolandolo con chiacchiere inutili: lei ti conquista con il cuore della sua cucina semplice e antica (lo dimostra il fatto che il 90% dei suoi clienti sono del luogo e non turisti. In attesa dei piatti cucinati Antonella ci porta le immancabili olive e un piattino di caroselli, i cetrioli tipici del baresano, di forma simile ad un piccolo melone e con un sapore che è tra il cetriolo ed il melone giallo: quanti ne abbiamo mangiati in 15 giorni per rinfrescarci ! Di primo scegliamo una pasta particolare: troccoli (pasta fresca a base di farina e acqua) con fagiolini (colti direttamente nell'orto) e sugo di pomodoro tutto casalingo, con il basilico. L’abbinamento, cui mai forse avremmo pensato, pasta/fagiolini, considerati generalmente un contorno, è sorprendente e prettamente estivo. Un piatto veramente sfizioso nella sua semplicità. Per quanto riguarda i secondi piatti optiamo per sprofondare nel pieno della tradizione contadina dell’800 pugliese: per me stracotto di asina (cotto 4-5 ore) e per Claudia stinco di maiale con verdure (cotto al forno a bagnomaria per 11 ore, Antonella lo informa la sera poi chiude il locale e la mattina dopo lo sforna bello e pronto, dopo aver lasciato il forno acceso tutta la notte): i sapori sono veramente strabilianti. Riusciamo a malapena a spazzolare degli splendidi biscottini di pasta di mandorle, fatti sempre da Antonella, così come il liquore al finocchietto selvatico, per renderci conto che la cifra da pagare per tutto il ben di Dio mangiato e bevuto (il solito Locorotondo rosso doc) è di soli 38 euro. Visto, poi, che la Taverna del Duca è famosa per gli antipasti che Antonella prepara per la sera (o a pranzo su prenotazione), ci siamo dovuti tornare, con nostro grande sacrificio (pare vero). Ancora una volta abbiamo mangiato da re, malgrado la brutta avventura subita da Antonella nel pomeriggio (visto il nubifraggio che in giornata si è abbattuto in quella zona, la sua macchina, con lei alla guida, è stata trascinata fuori dalla sede stradale per diversi metri da un fiume di fango che arrivava al finestrino; per fortuna la protezione civile, già appostata a poche centinaia di metri, imbragando la macchina è riuscita a portare in salvo Antonella che, come se non bastasse, stava andando ad operarsi ad un dente; vista la notevole scarica di adrenalina subita il dentista le ha dovuto fare 5 iniezioni di anestetico; ogni essere umano, la sera, sarebbe stato a casa con 40 di febbre, Antonella invece, già alle 19 e 30 era ai fornelli, diabolica donna. E ci ha preparato non meno di 25 antipasti strepitosi, tra i quali melanzane bianche, carciofini alle erbette, involtino di stracotto d’asina, trippa o, meglio, “gnumeredde suffuchete” (dall’odore acre e pungente ma preparata in modo particolare: pezzetti di trippa, arrotolati e annodati, con laccetti di budello, e cucinati in bianco con erbe e formaggio), olive, fagiolini, l’incapriata (zuppa di fave, patate e cicoria), dei triangolini di frittata con verdure e pecorino, un timballo di patate tagliate tonde con verdure, alici marinate, peperoni, degli splendidi formaggi (ricotta freschissima, sormaggio primo sale e nodini di mozzarella) e almeno altri dieci che non sto ad elencarvi perché…. dovete provarli di persona. Per chiudere i soliti, strepitosi, biscottini di pasta di mandorle e marmellata di amarene, un bicchiere di cent’erbe (sempre della casa) e caffè. Visto che la figlia ha anche mangiato un piatto di orecchiette con sugo (ed involtino) d’asina, lasciando a noi qualche porzione più abbondante di antipasti, il conto stavolta ha raggiunto la cifra (sempre ridicola) di 61€.
E’ un piacere anche uscire da questo locale, visto che Antonella e sua figlia non ti lasciano andare via se prima non ti danno due baci di saluto ed un abbraccio, come usa tra vecchi amici.
In fondo i pugliesi sono dei… vecchi amici, simpatici e con spirito avventuroso ed umoristico.

Una regione da scoprire, sotto ogni punto di vista: storico, artistico, sociale, naturale e gastronomico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

bellissime le foto, rendono bene l'idea. Peccato che tu non abbia visitato il resto, il Salento fino a Leuca.

E' una terra bellissima, vero?
Ma il mio è un giudizio di parte..:)

Qual è la tua email?

JAJO ha detto...

Grazie ALessandra :-D
Per la verità siamo stati ad Otranto 4 anni fa e, anche in quel caso, abbiamo girato molto: debbo dirti sinceramente che è stata la vacanza pugliese più bella (siamo stati ad Otranto, l'anno dopo a Vieste e Peschici e lo scorso anno a Fasano: ora ci manca la parte di Bari ed Andria e quella di Taranto...... provvederemo !! :-D)
Puoi contattarmi qui: jajo68@virgilio.it